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Memories
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Beola 2 Workshop, Italy, 2022. Photo by Samer Abdel Ghafour. |
Beola 2 Workshop, Italy, 2022. Photo by Samer Abdel Ghafour. |
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Meeting in Beola, Italy, 2022. |
Meeting in Beola, Italy, 2023. |
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Marco’s friends
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Federico Buccellati
I met Marco through the Mozan Project, and was immediately struck by his open smile and his extraordinary ability to manage a variety of activities simultaneously. I remember particularly fondly the seminars held in Beola, where he really made a substantial contribution to the work.
He was truly part of the team, and it was clear that he had taken to heart the project’s goals. I admired his dedication, energy and ability to tackle every challenge with enthusiasm and commitment. I will always remember his smile, generosity and commitment.
I greatly appreciated working with him as a colleague — his intelligence, humanity and passion made our collaboration stimulating and rewarding. My deepest condolences go to his family, and thoughts are with them in this time of great sorrow.
Ho conosciuto Marco grazie al progetto Mozan, e sin da subito mi ha colpito il suo sorriso aperto e la sua straordinaria capacità di gestire con naturalezza molte attività diverse contemporaneamente.
Ricordo con particolare affetto i seminari a Beola, dove ha dato un contributo sostanziale al lavoro che stavamo portando avanti insieme.
Era davvero parte del gruppo e si percepiva chiaramente che i risultati del progetto erano diventati anche i suoi. Ammiravo la sua dedizione, la sua energia e la sua capacità di affrontare ogni sfida con entusiasmo e partecipazione. Il suo sorriso, la sua generosità e il suo impegno rimarranno per me un
forte ricordo.
Ho apprezzato molto lavorare con lui come colleghi: la sua intelligenza, la sua umanità e la sua passione rendevano ogni collaborazione stimolante e autentica. Alla sua famiglia porgo le mie più sentite condoglianze: vi penso in questo momento di grande dolore.
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Clelia Mora
Certamente a Pavia ricordiamo tutti Marco non solo come uno dei migliori studenti e dottorandi, ma anche come una persona sempre disponibile a collaborare e aiutare gli altri.
Stavamo per organizzare un’ altra mostra per l’ anno prossimo e contavamo su di lui, anche per la sua capacità di inventare soluzioni geniali e risolvere problemi, sempre con il suo sorriso.
Era avviato verso una carriera di grandi soddisfazioni nella ricerca, ma il destino ha deciso diversamente, forse riservandogli qualcosa di più luminoso e prezioso’.
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Mauro Giorgieri
In ricordo di Marco
Il ricordo che in me è più vivo di Marco sono le sue lezioni universitarie.
Da qualche anno gli avevo fatto avere un contratto di insegnamento per collaborare al mio corso in lingua inglese “Ancient Western Asia: History and Civilisations”. Alcune lezioni le abbiamo tenute insieme e ho potuto ammirare le sue doti di insegnante, che lo hanno reso celebre e apprezzato presso gli studenti.
Con il suo entusiasmo sapeva coinvolgere gli studenti, cui trasmetteva la sua passione e il suo infinito sapere, in maniera rigorosa ma nello stesso tempo vivace e stimolante. Era un piacere poter condividere con lui questi momenti e spesso dopo la lezione ci intrattenevamo a discutere su alcuni degli argomenti che avevamo trattato in classe. Questo, quando Marco non era preso in ostaggio da qualche studente, che dopo la lezione lo bloccava con domande e richieste di approfondimenti, cui Marco rispondeva sempre con grande competenza e disponibilità. Erano colloqui che talvolta duravano ore!
Marco era molto amato dagli studenti per tutto quello che sapeva trasmettere loro, ma anche per la sua gentilezza e per il rispetto che egli aveva nei loro riguardi durante gli esami. Cercava di aiutarli quando erano in difficoltà facendoli ragionare, spesso per lungo tempo, tanto che io gli facevo capire di stringere, ma lui non mi dava retta e andava avanti per la sua strada e alla fine mi convinceva ad alzare il voto di qualche punto.
Ho perso una carissima e bellissima persona, con cui è stato un grande piacere intellettuale potermi confrontare, da cui molto ho ricevuto e che ricorderò sempre per la sua grande generosità.
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Amer Ahmad
Farewell, Marco… my dear friend.
On April 16, I went through a difficult surgery. I barely made it through.
Lying in that hospital bed, between the pain and the fear, I held on to hope.
I believed I would get up again, return to my family, return to my work on the Urkesh project, return to the colleagues I love.
I left the hospital carrying that same hope… But what I was never ready for— was to open my email and find a message telling me that Marco is gone.
How? When?
I kept reading the words, hoping I had misunderstood, hoping it was all a mistake, some kind of confusion. But the words were clear…
We lost Marco.
A pure-hearted friend, a loyal colleague. He gave himself fully to our project, with a spirit that never got tired.
He was always there when I needed help—always the first to offer support, never hesitating to share knowledge or time.
I remember the last time we met, in Pavia, last year. He welcomed me into his apartment with so much warmth. He used to say, with his kind smile:
“Sorry Amer, my apartment is simple… but having you here makes me happy. And this way, you save money too.”
But no, Marco… your apartment wasn’t simple.
It was full of your kindness, your humanity, your beautiful soul.
Every evening we would sit and talk about Urkesh project, about the future.
We used to wonder if we would work together again someday in Tell Mozan in Syria.
I didn’t know back then… that the future wouldn’t give us that chance.
I didn’t know you would become a memory.
Now, everything reminds me of you….
Pavia whispers your name, and every page in UGR brings you to mind.
You left quietly, just like you always were…
But you left behind a deep emptiness, a memory that will never fade.
Rest in peace, the same peace you brought to everyone around you.
Our hearts will always remember you and everything in Urkesh will continue to speak your name.
Farewell, my friend.
Addio, Marco…mio caro amico
Il giorno del 16 Aprile, ho dovuto fare una operazione chirurgica difficile.
Li sul letto dell’ospedale, tra il dolore e la paura, mi sono aggrappato alla speranza.
Avevo fiducia che mi alzerò di nuovo, tornerò dalla mia famiglia, tornerò al mio lavoro nel progetto di Urkesh, e tornerò dai miei cari colleghi.
Ho lasciato l’ospedale portando questa stessa speranza…ma non ero preparato ad aprire il mio e-mail e trovare un messaggio che dice che Marco se n’è andato.
Come? Quando?
Ho letto le parole più di una volta, sperando che ho capito male. Sperando che non era vero, che fosse un tipo di confusione, un errore, ma le parole erano chiare…
Abbiamo perduto Marco.
Un amico con un cuore d’oro, e una collega leale. Si è dedicato completamente al nostro progetto, con uno spirito instancabile.
Era sempre lì quando ne avevo bisogno. Il primo che offre il suo appoggio, che condivide la sua conoscenza e il suo tempo senza esitare.
Mi ricordo del nostro ultimo incontro a Pavia l’anno scorso. Mi ha accolto nel suo appartamento con tanto calore. Diceva sempre con il suo sorriso gentile:
“Scusami Amer, il mio appartamento è semplice…ma averti qui mi fa piacere. E cosi risparmi anche soldi”
Ma no, Marco…il tuo appartamento non è semplice.
È pieno della tua gentillezza, la tua umanità, e il tuo bel spirito.
Ogni sera parlavamo del progetto di Urkesh e del futuro.
Ci chiedevamo sempre se riusciamo mai a lavorare insieme a Tell Mozan in Siria.
Non sapevo che il futuro non ci darà questa opportunità.
Non sapevo che tu saresti una memoria.
Adesso tutto mi ricorda di te…
Pavia sussurra il tuo nome, e ogni pagina del UGR porta la tua memoria.
Ti sei andato tranquillamente, come eri sempre…
Ma hai lasciato un profondo vuoto dietro di te, un ricordo che non svanirà mai.
Riposati in pace. la stessa pace che hai portato a tutti quelli che ti hanno conosciuto.
I nostri cuori ti ricorderanno sempre e tutto a Urkesh continuerà a parlare del tuo nome.
Addio, Amico mio.
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Bernardo Forni
Marco was always energetic and welcoming, greeting me every time with genuine kindness and a big smile.
He was eager to understand even the most complicated details and discover new things, and he would readily used this knowledge to help others.
Marco was always available whenever I or anyone else needed a hand, in Beola and even in Pavia.
His enthusiasm and spirit will stay with me always.
Marco era sempre energico e accogliente, mi salutava ogni volta con sincera gentilezza e un grande sorriso.
Era desideroso di capire anche i dettagli più complicati e di scoprire cose nuove, e metteva volentieri a disposizione le sue conoscenze per aiutare gli altri.
Marco era sempre disponibile ogni volta che io o qualcun altro avevamo bisogno di una mano, a Beola e anche a Pavia.
Il suo entusiasmo e il suo spirito rimarranno sempre con me.
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James L. Walker
Two thoughts about my times with Marco:
When I was working at Beola I stayed with the Buccellati’s and walked to the cooperativa every morning for a coffee and croissant. From the very first day that Marco also stayed at Beola, he joined me. Through many of these walks, rain or shine, we talked and solved most of the world’s problems in that magnificent setting.
Marco had an incredible capacity for meaningful work. He was familiar with every aspect of our activities and contributed to each. For one example, when a new computer program required each excavator to redo his reports, Marco did them all himself to assure the same result.
Marco was both friend and colleague and was a giant at both. He will be dearly missed!
Due pensieri sui miei tempi con Marco:
Lavorando a Beola, alloggiavo dai Buccellati e andavo a piedi alla cooperativa ogni mattina per un caffè e un croissant. Fin dal primo giorno in cui Marco è rimasto a Beola, Si è unito a me. Durante molte di queste passeggiate, con la pioggia o con il sole, abbiamo parlato e risolto la maggior parte dei problemi del mondo in quel magnifico paesaggio.
Marco aveva una capacità incredibile di lavorare in modo significativo. Conosceva ogni aspetto delle nostre attività e contribuiva a ciascuna di esse. Per esempio, quando un nuovo programma informatico richiede a ogni escavatore di rifare i suoi report, Marco li faceva tutti da solo per garantire lo stesso risultato.
Marco era sia amico che collega, ed era un gigante in entrambi. Ci mancherà moltissimo!
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Jessica Scaciga
Quando ho visto Marco per la prima volta mi trovavo a Beola a casa di Giorgio e Marilyn, è stato Giorgio a presentarci io aiutavo nelle faccende domestiche e qualche piccolo lavoretto, è stato un incontro breve in quanto Marco si trovava a Beola per lavoro, quel giorno assieme a Giorgio dovevano mettersi subito all’opera! Dal primo momento che l’ho visto avevo già capito fosse estremamente colto, educato e dal cuore buono. Un bel giorno Giorgio decise di introdurmi nel team iniziando come assistente di Marilyn, per me fu una grande gioia. Marco inizialmente mi fece da “tutor” e iniziammo così a lavorare insieme. Legammo subito, lui era sempre disponibile e generoso, e non vedevo l’ora arrivasse la data di un meeting a Beola per poterlo rivedere!
Piano piano la nostra amicizia divenne sempre più forte, ci scambiamo il numero, ricordo ancora che sorridendo lui disse:”Si certo, ma il mio numero è pubblico, è scritto dappertutto!” che sciocca pensai…bastava guardare in fondo alla mail, c’erano tutti i contatti! Mi misi a ridere. Da quel momento lì inizio’ la nostra avventura e la nostra amicizia si trasformò in qualcosa di piu’ forte: dalle colazioni alla cooperativa prima dei meeting, alle chiacchierate prima di andare dormire, alle passeggiate per il
paese, alla nostra prima vacanza insieme a Genova, le presentazioni in famiglia, il nostro viaggio in Sicilia, quando decise di festeggiare il mio compleanno con tutti i colleghi egittologi ad Ortigia, quel giorno non aveva una candelina da farmi soffiare, cercò subito una soluzione facendosi prestare un accendino da un suo collega! Me lo ricorderò per sempre, come tutte le sue sorprese ogni volta che potevamo rivederci! Mi stringe il cuore a ripercorrere il nostro percorso insieme e so che potrei scrivere un libro ma sarebbe comunque riduttivo. Marco rimarrà sempre nel mio cuore, il tempo che ho
condiviso con lui è stato speciale, mi ha insegnato a credere di più nelle mie capacita’, in me stessa, ad avere coraggio, ho vissuto emozioni intense, avrei voluto ancora più tempo da passare insieme. Una cosa è certa, ho sempre saputo di essermi vista negli occhi giusti!
Marco mi manca e mi manchera’ molto, ma so che in qualche modo lui vegliera’ su di me e mi darà la forza di andare avanti, finché un giorno ci rincontreremo e torneremo a ridere insieme!
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Jonah Lynch
La prima volta che ho conosciuto Marco era durante una videochiamata con un gruppo di ricerca nel 2020, durante i primi mesi del covid. Ricordo che straordinaria chiarezza la vivacità di Marco, come ha parlato e come ha accolto i membri del nostro gruppo con un sorriso e tanti racconti curiosi e interessanti presi dalla vita e dagli studi. In un momento segnato dalla solitudine e dalla paura, Marco era una presenza luminosa.
Per piu’ di un anno abbiamo condiviso queste telefonate ogni settimana, e la presenza di Marco era il pilastro del lavoro che abbiamo svolto: lui da solo ha contribuito quasi 400 schede bibliografiche, numerose note, un imponente apparato critico e molti altri contributi di peso. L’ho sempre trovato disponibile e appassionato alle sue ricerche, e lo ricordero’ con il suo sorriso e i suoi racconti entusiasti e vivaci.
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Khozama al Bahloul
It is with a heavy heart that I write these words to honor the memory of our dear friend and colleague, Marco.
Working alongside Marco in the Urkesh team was not just a professional experience—it was a privilege. His kindness, humility, and constant willingness to help others made him not only an exceptional teammate, but also a truly beautiful human being. Whether we were in the field or deep in discussion about ancient history, Marco brought with him a quiet strength and an unwavering dedication to our shared mission.
He had a special way of lifting those around him—with a gentle word, a thoughtful gesture, or simply his calming presence. He was the kind of person you could always count on—reliable, respectful, and deeply committed to the work we loved.
His absence leaves a profound void in our team and in our hearts. But the legacy he leaves behind—through the lives he touched and the knowledge he helped uncover—will continue to inspire us every day.
Rest in peace, dear Marco. You will always be remembered, and forever missed.
With deepest sympathy.
Scrivo queste parole con il cuore pesante, per onorare la memoria del nostro caro amico e collega Marco.
Lavorare al fianco di Marco nel team di Urkesh non è stata solo un’esperienza professionale, ma un privilegio. La sua gentilezza, umiltà e la sua costante disponibilità ad aiutare gli altri lo hanno reso non solo un compagno di squadra eccezionale, ma anche una persona davvero meravigliosa. Che fossimo sul campo o immersi in una discussione di storia antica, Marco portava con sé una forza silenziosa e una dedicazione incrollabile alla nostra missione comune.
Aveva un modo speciale di sollevare chi gli stava intorno: con una parola gentile, un gesto premuroso o semplicemente la sua presenza rassicurante. Era il tipo di persona su cui si poteva sempre contare: affidabile, rispettoso e profondamente dedicato al lavoro che noi tutti amiamo.
La sua assenza lascia un vuoto profondo nel nostro team e nei nostri cuori. Ma l’eredità che lascia – attraverso le vite che ha toccato e la conoscenza che ha contribuito a svelare – continuerà a ispirarci ogni giorno.
Riposati in pace, caro Marco. Sarai sempre ricordato e ci mancherai per sempre.
Con la più profonda simpatia.
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Laerke Recht
I have worked with Marco on the Mozan project for over 5 years, and for the whole team, he became much more than a colleague. He became a treasured friend and, in many ways, the heart of our efforts. Marco was an incredibly kind, generous and talented person. His ability to learn new skills and to share this with others was always amazing, as was his passion for archaeology and ancient history.
In my last last meeting with him, he was, as always, patient and lighthearted, and together we worked through new solutions that he had developed. We talked about him joining excavations in Cyprus in the coming year, and I was really looking forward to this prospect of more shared moments of discovery, and of extending our beautiful Beola wine-tasting to the sunny Troodos mountains. His passing is a shock, and I must admit that I struggle to write these words, to do him justice. I will miss him so much. Marco was a joyous person, and we always parted with a smile, and this is how I will remember him.
Ho lavorato con Marco al progetto di Mozan per più di 5 anni e, per tutto il team, è diventato molto più di un collega. È diventato un amico prezioso e, in tanti modi, il cuore del nostro sforzo.
Marco era una persona incredibilmente gentile, generosa e talentuosa. La sua capacità di imparare nuove competenze e di condividerle con gli altri era sempre straordinaria, così come la sua passione per l’archeologia e la storia antica.
Nel nostro ultimo incontro, è stato, come sempre, paziente e allegra, e insieme abbiamo elaborato le nuove soluzioni che aveva sviluppato. Abbiamo parlato della sua partecipazione agli scavi a Cipro l’anno prossimo, e non vedevo l’ora di condividere altri momenti di scoperta e di estendere la nostra splendida degustazione di vini da Beola ai soleggiati Monti Troodos. La sua scomparsa è uno shock, e devo ammettere che faccio fatica a scrivere queste parole per rendergli giustizia. Mi mancherà tantissimo. Marco era una persona gioiosa e ci salutiamo sempre con un sorriso, ed è così che lo ricorderò.
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Laura Sartor
Ricordiamo Marco come un ragazzo buono e gentile a cui è stato possibile affezionarsi fin da
subito in maniera naturale e sincera… abbracciamo forte la sua famiglia ed i suoi cari.
Ed un abbraccio a te, caro Marco, ci mancherai molto…
Giuseppe, Laura, Giulia e Irene.
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Lorenzo Crescioli
Caro Marco, ti scrivo queste parole per dirti tante cose che non ti ho mai detto, sono sicuro che troverai il modo di leggerle..Sei entrato nel gruppo di lavoro in punta dei piedi e in poco tempo sei diventato un Mozanian, uno della famiglia, anche se a Mozan non ci sei mai stato. Nelle lunghe giornate trascorse insieme a Beola ho imparato a conoscerti: la tua perenne ironia, con la battuta sempre pronta, la profonda umanità, la grande cultura e una enorme, infinita pazienza.
Hai sempre avuto tempo per ognuno di noi, che ogni giorno cercavamo il tuo aiuto e confronto. Una parola, un gesto, un consiglio, eri sempre disponibile per tutti noi..tutto ciò ci mancherà, ci mancherà maledettamente, così come mi mancheranno le passeggiate mattutine per andare a comprare il pane e a fare colazione alla cooperativa, le cene al Cistella, le chiacchierate nei momenti di pausa sulle esperienze del passato o sui progetti per il futuro, le corse per sistemare i collegamenti durante i meeting.
Ma tu sarai sempre, per sempre con noi..Mi hai insegnato tanto, e questo lo porterò sempre con me..ci sarà sempre posto nel mio cuore per il tuo ricordo…ci siamo visti a Firenze poco prima che tu andassi a Roma, te l’ho detto allora, ma te lo ripeto oggi, grazie, Marco. Grazie, di tutto. Un abbraccio grande e continua a volare lassù, come hai sempre fatto anche qui! Ti voglio bene!
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Patrizia Camatta
Caro Marco,
ho avuto la grande fortuna di conoscerti nel novembre del 2024. Giorgio Buccellati mi ha messo in contatto con te per potermi assistere nel lavoro sul sito web di Urkesh. Già dal primo incontro online abbiamo instaurato un ottimo rapporto e abbiamo trascorso molte ore a parlare di archeologia e dell`Urkesh Global Record. Ci dicevamo sempre che dovevamo incontrarci di persona, ma più volte abbiamo dovuto rimandare a causa di altri impegni. Mi rammarico di non aver potuto incontrarti di persona, ma solo virtualmente via zoom. Non eri solo un collega, ma anche un amico, perché mi hai aiutato a ritrovare fiducia in me stessa quando ho deciso di riprendere in mano l’archeologia dopo 10 anni di pausa. Le tue parole di supporto rimarranno per sempre nel mio cuore.
Cari genitori e famigliari,
la notizia della scomparsa di Marco mi ha colpito nel profondo. Sarà sempre nei miei ricordi. Il suo modo gentile e altruista era fuori dal comune. Ho avuto una lunga telefonata con Marco la sera del 15 Aprile. Era felice di essere a Roma, mi ha detto che aveva un percorso spirituale da intraprendere, uno dei motivi per cui si trovava a Roma. Le mie piú sincere condoglianze.
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Saikat Mukherjee
Letter to Marco
Hi Marco,
How are you now? I know the postmen in Italy are lazy, they won’t ever send this letter to you, ever. Did you enjoy your favourite Mottarello before this long journey as we did last summer? Maybe your mocha pot still rings the alarm in the morning, no one is there to snooze it off. Do you still remember the long drive to Beola? Or the cosy chitchat brewed over coffees in Milan? Have you already finished those books I gifted to you? I was planning to buy some new ones last month.
You wanted to visit India so bad, didn’t you? I promised to take you on a road trip. Next time, Insha’Allah! I wish I could hug you one last time. For one last time, a ‘Ciao Saikat’ would work for me too, but we will settle this later. There is no one left to call me at midnight for a couple of drinks, we won’t fight over ‘who is gonna pay the cappuccino’ next morning again. No one is there to encourage me to write a paper, no one is there to teach me Arabic.
What happened to the promise of going to an Indian restaurant together? Again, next time for sure. You know, I am happy that I could be a reason for you to smile, maybe for some little days, but I am glad. I am glad that I could take a share of your pain. You could have shared more, why didn’t you? We will settle this later too. Marco, you will always be with me, always. Now I know, the brightest star in the night sky is my friend. Wherever I am, you will be there too. See you in the next life Marco! Till then you enjoy the Torta Paradiso with Caffe Normale.
Pax tibi, Marce, evangelista meus…
Your brother,
Saikat
Lettera a Marco
Ciao Marco,
Come stai? So che i postini in Italia sono pigri, non ti consegneranno mai questa lettera, mai. Ti sei goduto il tuo Mottarello preferito prima di questo lungo viaggio, come abbiamo fatto noi l’estate scorsa? Forse la tua caffettiera moka suona ancora la sveglia al mattino, senza nessuno che la spenga. Ti ricordi ancora il lungo viaggio in auto fino a Beola? O le chiacchierate accoglienti davanti a un caffè a Milano? Hai già finito i libri che ti ho regalato? Avevo intenzione di comprarne altri il mese scorso.
Volevi tanto visitare l’India, vero? Ti avevo promesso di portarti in viaggio. La prossima volta, Insha’Allah! Vorrei poterti abbracciare un’ultima volta. Per l’ultima volta, anche un “Ciao Saikat” mi andrebbe bene, ma ne riparleremo più avanti. Non c’è più nessuno che mi chiama a mezzanotte per bere qualcosa insieme, non litigheremo più per chi paga il cappuccino la mattina dopo. Non c’è nessuno che mi incoraggi a scrivere un articolo, nessuno che mi insegni l’arabo.
Che fine ha fatto la promessa di andare insieme al ristorante indiano? Anche questa è rimandata alla prossima volta. Sai, sono felice di essere stato un motivo per farti sorridere, anche se solo per pochi giorni, ma sono contento. Sono contento di aver potuto condividere un po’ del tuo dolore. Avresti potuto condividere di più, perché non l’hai fatto? Anche questo lo sistemeremo più avanti. Marco, sarai sempre con me, sempre. Ora lo so, la stella più luminosa nel cielo notturno è il mio amico. Ovunque io sia, ci sarai anche tu. Ci vediamo nella prossima vita, Marco! Fino ad allora goditi la Torta Paradiso con Caffe Normale.
Pax tibi, Marce, evangelista meus…
Tuo fratello,
Saikat
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Samer Abdel Ghafour
I met Marco through the Mozan/ancient Urkesh Project a few years ago. He quickly became a central figure in most of our activities, seamlessly balancing many responsibilities with grace and unwavering commitment.
Some of my fondest memories are from the seminars in Beola, where each morning we would walk to the cooperativa for coffee and fresh croissants. Those quiet moments, filled with conversation and shared laughter, remain etched in my memory. Marco was everywhere—coordinating events, solving problems, offering support—and always with humility and care. His deep knowledge, remarkable capacity to manage complexity, and his gentle leadership made him indispensable to our work and beloved by everyone around him.
But more than his talents, it was Marco’s humanity that left the greatest mark. He approached everything with kindness, listening with intent, helping without hesitation, and giving fully of himself to those around him.
It was an honour to work beside him and to know him as a friend. His absence is deeply felt, but his presence remains with us—in the memories we carry, and in the spirit of the work he so deeply loved.
I will never forget the warmth of his open smile that matched his presence and reflected his generous and sincere spirit.
To his family, please accept my heartfelt condolences. My thoughts are with you during this time of great sorrow.
Ho conosciuto Marco alcuni anni fa, grazie al Progetto Mozan / antica Urkesh. È diventato rapidamente una figura centrale nella maggior parte delle nostre attività, riuscendo a gestire con eleganza e incrollabile impegno molteplici responsabilità.
Alcuni dei miei ricordi più cari risalgono ai seminari a Beola, quando ogni mattina passeggiavamo insieme verso la cooperativa per un caffè e un cornetto fresco. Quei momenti tranquilli, pieni di conversazioni e risate condivise, sono incisi nella mia memoria. Marco era ovunque: coordinava eventi, risolveva problemi, offriva il suo aiuto — sempre con umiltà e attenzione. La sua profonda conoscenza, la straordinaria capacità di gestire la complessità e la sua guida gentile lo rendevano indispensabile per il nostro lavoro e profondamente amato da tutti noi.
Ma più dei suoi talenti, è stata la sua umanità a lasciare il segno più profondo. Affrontava ogni cosa con gentilezza, ascoltava con attenzione, aiutava senza esitare, e si donava completamente a chi gli stava intorno.
È stato un onore lavorare al suo fianco e conoscerlo come amico. La sua assenza si fa sentire profondamente, ma la sua presenza rimane con noi — nei ricordi che custodiamo e nello spirito del lavoro che ha tanto amato.
Non dimenticherò mai il calore del suo sorriso aperto, che rispecchiava la sua presenza e rifletteva il suo spirito generoso e sincero.
Alla sua famiglia, porgo le mie più sentite condoglianze. I miei pensieri sono con voi in questo momento di grande dolore.
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Srijani Das
A coincidence. I started using my iPad to take your notes on Urkesh. And I’m using the same to write memories with you.
As you had always said me to keep my writings or entries short, here also i will try to follow it. But if it gets a bit long, well you know!
And FYl, please consider this as a letter, more than a memorial write up.
I do not know from where to begin. The day when I first saw you in Prof. Giorgeri’s class? I remember you sitting with the students. A perfectly dressed, quintessentially Italian ! All of us had mistaken you to be a new student instead of our next teacher. From there it began. Travelling across the L.B.A Egypt, the Sea-People, the first alphabets to the cuneiforms - were in class.
I don’t know how I got the courage to ask or bother you with my stupid questions everyday after my class.But you with your immense patient answered everything patiently! May be it was our first or second interaction where I asked you - Did I make a wrong choice coming here at 21, instead of being a 24 or a 25? Smilingly you replied, No, it’s the best. You are young, allowed and accepted to do mistakes and also to be forgiven.Not all are lucky to be so… Since then, whenever | either was overthinking anything stupid either about my thesis or what to do next or about a phd - you had the same answer. You are young!
Appearing in your exam before appearing for the rest was my conscious decision.Because I knew, at least for then I diligently need a friend sitting opposite me and not a
teacher. And you by then, were so.
We rolled on. From exams, to thesis, books, journals, debates, politics, movies, music, wine, gelato, crodino, pizza - and what not! I do not remember one single meet of ours where we spend less than at least 2.5 hours. Honestly I don’t remember when and how you became my second supervisor, as still and forever you would be more than so. Accepting a complete stranger from a foreign country with different background, first as a student and then as a friend its nothing less than a fortune.
You know whom I’ll be missing the most? Well, more than my Professor Marco de Pietri, but my friend Marco, for whom Me or Saikat can never buy a Pistaccio gelato and show up at his door step. That friend with whom a thesis discussion would end up to personal stories. That friend with whom we cannot have an impromptu lunch or a coffee. That friend, whom I can no longer email or WhatsApp at any hour asking for a book or journal. No more Saturday afternoon Urkesh work meet to which we would look forward knowing, it would be again a class on s o m e topic of Ancient Near East.
Whatever a tiny particle I am after coming to Italy, It’s mostly for you. If it were not you, I would not have known Prof. M.E Balza, Prof. G.Buccelati, M.K Buccelati and the wonderful Urkesh team. I would not have been able t o conquer my irrational fear and turn all my pain into power! It’s just that no more sudden flick on my head while you walk in a cafe and I have my breakfast there or no more car rides to Beola with you wonderfully describing the place! But, we will meet sure, our favourite Egyptologist.
Till then Arrivederci! Au revoir … ! Goodbye !
Love,
Sister, as you called me.
Una coincidenza. Ho iniziato a usare il mio iPad per prendere i tuoi appunti su Urkesh. E lo sto usando anche per scrivere ricordi con te.
Come mi hai sempre detto di scrivere appunti brevi, anche qui cercherò di seguire il tuo consiglio. Ma se diventa un po’ lungo, beh, lo sai!
E per favore, considera questa come una lettera, più che un ricordo.
Non so da dove cominciare. Il giorno in cui ti ho visto per la prima volta nella classe del Prof. Giorgeri? Mi ricordo che eri seduto con gli studenti. Un italiano perfetto, quintessenzialmente! Tutti ti avevamo scambiato per un nuovo studente invece che per il nostro prossimo insegnante. Da lì è iniziato tutto. Viaggiando attraverso il tardo età del Bronzo in Egitto, i Popoli del Mare, i primi alfabeti fino ai cuneiformi.
Non so come ho trovato il coraggio di farti o di importunarti con le mie stupide domande ogni giorno dopo la lezione. Ma tu, con la tua immensa pazienza, hai risposto a tutto con pazienza! Forse è stata la nostra prima o seconda interazione in cui ti ho chiesto: “Ho fatto una scelta sbagliata venendo qui a 21 anni, invece di averne 24 o 25?”. Sorridendo hai risposto: “No, è la cosa migliore. Sei giovane, è più accettato di commettere errori e anche di essere perdonata. Non tutti sono fortunati ad esserlo… Da li, ogni volta che pensavo troppo a qualcosa di stupido, stressare sul tesi, o che cosa fare dopo o che cosa fare per il dottorato, tu davi la stessa risposta. Sei giovane!
Sostenere il tuo esame prima di sostenere il resto è stata una mia decisione consapevole. Perché sapevo, almeno per allora, di aver diligentemente bisogno di un amico seduto di fronte a me e non di un insegnante. E tu, a quel punto, lo eri.
Abbiamo continuato. Da esami, tesi, libri, riviste, dibattiti, politica, film, musica, vino, gelato, crodino, pizza eccetera! Non ricordo un solo incontro in cui abbiamo trascorso meno di due ore e mezza. Onestamente non ricordo quando e come sei diventato il mio secondo supervisore, perché saresti per sempre molto di più. Accettare una straniera, proveniente da un paese straniero e con un background diverso, prima come studente e poi come amico, è stata una vera fortuna.
Sai chi mi mancherà di più? più del mio Professor Marco de Pietri, ma del mio amico Marco, per il quale io Saikat non potremmo mai più comprare un gelato al pistacchio e presentarci a casa sua. Quell’amico con cui una discussione di tesi finirebbe per raccontare storie personali. Quell’amico con cui non possiamo improvvisare un pranzo o un caffè. Quell’amico con cui non posso più mandare email o WhatsApp a qualsiasi ora per chiedere un libro o una rivista. Niente più riunioni di lavoro di Urkesh del sabato pomeriggio, a cui non vedevamo l’ora sapendo che sarebbe di nuovo una lezione su un argomento del Vicino Oriente antico.
Qualunque piccola particella che sono diventata dopo essere venuta in Italia, è grazie a te. Se non fossi stato tu, non avrei conosciuto il Prof. M.E. Balza, il Prof. G. Buccellati, M.K. Buccellati e il meraviglioso team di Urkesh. Non sarei riuscita a sconfiggere la mia paura irrazionale e a trasformare tutto il mio dolore in potere! È solo che niente più improvvisi colpi di testa mentre tu entri in un bar e io faccio colazione lì, o niente più viaggi in macchina fino a Beola mentre tu descrivi meravigliosamente il posto! Ma incontreremo, sicuramente, il nostro egittologo preferito.
Arrivederci! Addio!
Con affetto,
Sorella, come mi chiamavi.
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Stefania Ermidoro
I met Marco when he was a PhD student, and I was fortunate to watch him flourish as a scholar and become the accomplished professional he has been. And yet, despite the fact that at the time of our acquaintance he had yet to complete his academic studies, I always considered him a true colleague. This was because Marco passionately loved what he studied, and had an impressive knowledge of various academic aspects related to Egyptology, history of studies, Assyriology, and biblical studies. His expertise was really of an excellent level, and I was able to learn so much from him.
But what always impressed me about Marco was his ability to involve us in new projects, new research, to observe the reality from new perspectives. He loved putting himself at stake, studying what he didn’t know yet, asking a thousand questions to learn even more. His curiosity and passion were truly unparalleled, several times I found myself talking to him for hours exchanging thoughts and ideas without even noticing the time passing.
Of him I will always remember his bright and gentle glance, those eyes that welcomed you and made you feel like his friend. He was engaging, tireless, a true enthusiast. He had the innate ability to connect people, to create connections. I will never forget him, as a scholar and as a colleague. To his family I send my deepest condolences. I got to know you through his words, unfortunately I will not be able to be present for the funeral but I keep you in my thoughts and prayers.
Ho conosciuto Marco quando era unttavia, nonostante ai tempi della nostra conoscenza dovesse ancora completare il suo percorso accademico, l’ho sempre considerato un vero collega. Questo perché Marco amava appassionatamente ciò che studiava, e aveva una conoscenza impressionante di diversi aspetti accademici legati all’egittologia, alla storia degli studi, all’assiriologia, agli studi biblici. Le sue competenze erano davvero di ottimo livello, eo studente di dottorato, e ho avuto la fortuna di vederlo crescere come studioso e diventare il professionista che è stato. E ho potuto imparare tanto da lui.
Ma ciò che mi ha sempre impressionato di Marco era la sua capacità di coinvolgerci in nuovi progetti, nuove ricerche, di osservare la realtà da prospettive sempre nuove. Amava mettersi in gioco, studiare ciò che ancora non conosceva, faceva mille domande per apprendere ancora di più. La sua curiosità e la sua passione erano davvero impareggiabili, più volte mi sono ritrovata a parlare con lui per ore scambiandoci pensieri e idee senza nemmeno accorgermi del tempo che passava.
Di lui ricorderò sempre lo sguardo brillante e gentile, quei suoi occhi che ti accoglievano e ti facevano sentire sua amica. Era coinvolgente, instancabile, un vero entusiasta. Aveva la capacità innata di mettere le persone in relazione, di creare connessioni. Non potrò mai dimenticarlo, come studioso e come collega. Alla sua famiglia mando le mie condoglianze più sentite: vi ho conosciuti tramite le sue parole, purtroppo non potrò essere presente per i funerali ma vi porto nei miei pensieri e nelle mie preghiere.
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Viktoriia Leiba
Marco…
He left without saying all he had to say.
But does death interrupt speech? Or maybe it just puts a punctuation mark, leaving meanings hanging in the air.
We never heard everything he had to say. But perhaps the most important words are not those that are spoken, but those that live in the pauses between them.
He didn’t have time - but would he have? We all carry around universes of unspoken words: confessions that seemed too obvious, apologies deferred for later, questions we never dared to ask. He took them with him - but did they disappear? No. They stayed here, in our awkward silences, in the way we suddenly stop talking in the middle of a sentence, in the occasional sighs for which we find no explanation.
He left without saying anything. But maybe this is the basic law of life: no conversation ever ends. We simply pass the baton of silence - to those who remain.
And if today we miss his words so much, it is because they were important. And so - they have already been spoken. Somewhere between the lines....
But “We’re not saying goodbye to you, we’re saying see you later.” Because in a world where ‘nothing passes without a trace’ (Alexandra Pakhmutova, Russian composer), our meeting could not be accidental.
Goodbye, my dear Marco…You are part of this world forever.
I silently mourn you…
Marco…
Se n’è andato senza dire tutto quello che aveva da dire.
Ma la morte interrompe forse il discorso? O forse mette solo un segno di punteggiatura, lasciando i significati sospesi nell’aria.
Non abbiamo mai sentito tutto quello che aveva da dire. Ma forse le parole più importanti non sono quelle pronunciate, ma quelle che vivono nelle pause tra di esse.
Non aveva tempo, ma ne avrebbe avuto? Noi tutti portiamo con noi universi di parole non dette: confessioni che sembravano troppo ovvie, scuse rimandate a dopo, domande che non abbiamo mai osato fare. Le ha portate con sé, ma sono scomparse? No. Sono rimaste qui, nei nostri silenzi imbarazzanti, nel modo in cui smettiamo di parlare a metà frase così all’improvviso, negli occasionali sospiri per i quali non troviamo alcuna spiegazione.
Se n’è andato senza dire nulla. Ma forse questa è la legge fondamentale della vita: nessuna conversazione finisce mai. Semplicemente passiamo il bastone del silenzio a chi resta.
E se oggi ci mancano così tanto le sue parole, è perché erano importanti. E così, sono già state dette. Da qualche parte tra le righe…
Ma “Non ti stiamo dicendo addio, ti stiamo dicendo arrivederci”. Perché in un mondo in cui “nulla passa senza lasciare traccia” (Alexandra Pakhmutova, compositrice russa), il nostro incontro non poteva essere casuale.
Addio, mio caro Marco… Fai parte di questo mondo per sempre.
Ti piango in silenzio…
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Yasmine Mahmoud
Dear Marco,
I wrote and erased this paragraph more than 10 times. How do I write about you? I usually write to you. How do I write this letter while I don’t even believe that you are gone? That I won’t find you waiting for me in Milan with a new type of Italian cookies? And that you will not make fun of me for eating the entire box. What will I do without our dinners in Brera? where we say each time that we will try a new restaurant, and end up going to the same place.
In this life, some friendships are a part of a healing passage. For me, this was our friendship. You know very well how much I suffered in my life. My trips to Italy were a refuge in difficult moments. You were an essential part of this refuge, with your big and sweet heart. Always there, always warm, always gentil. Always a true friend.
I am so proud that you are my friend. I do not dare to write about you, or to you, using the past tense. Because you will always be here. You will remain in every word you wrote, in every heart that loved you, in every nice gesture you made, and Marco, there were many. You will remain in the spirit of every person you helped, and they are many. You will remain in the memory of Syria, to whom you worked, and whom you desired, but did not have the time to visit. I will take you with me to Mozan when I go. I will take you to all the places and sites we talked about. I will plant an olive tree for you in my village, and think of you every time we prepare the Zaatar that you like so much.
I will not say farewell. I can’t. I will say I hope you know how much I love you, and how proud I am to be your friend, and how difficult it will be to accept your absence.
Caro Marco,
Ho scritto e cancellato questo paragrafo più di 10 volte. Come faccio a scrivere di te? Io di solito scrivo A te. Come faccio a scrivere questa lettera mentre io non ci credo che tu non ci sei più? Che non ti trovo con un nuovo tipo di biscotti Italiani quando vengo a Milano? E che non mi prendi in giro quando mangio tutta la scatola? Come faccio senza la nostra cena a Brera, dove decidiamo di provare un nuovo ristorante, ma alla fine, andavamo sempre nello stesso posto.
Nella vita ci sono amicizie che fanno parte del passaggio di guarimento. Per me, la nostra amicizia era così. Tu conosci bene quanto ho sofferto nella mia vita. E i miei viaggi in Italia erano un rifugio nei momenti difficili. Tu fai una parte essenziale di questo rifugio, con il tuo cuore così grande, e così dolce. Sempre lì, sempre caloroso, sempre gentile. Sempre un vero amico.
Sono molto fiera che sei il mio amico. Non oso scrivere di te o a te usando il passato. Perché rimani qui sempre. Rimani in ogni parola che hai scritto, in ogni cuore che ti vuole bene, in ogni gesto di gentillezza che hai fatto, e Marco, sono tanti. Rimani nello spirito di ogni persona che hai aiutato, e sono tanti. Rimani nel ricordo della Siria per cui hai lavorato, che hai tanto desiderato, ma non hai avuto il tempo di visitare. Io ti porterò con me a Mozan quando ci vado, ti porterò in tutti i posti e i siti di qui abbiamo parlato. Pianterò un albero di olive per te nel mio villaggio, e ti ricorderò ogni volta che preparo lo Zaatar che ti piace così tanto.
Non ti scrivo addio, non riesco. Ti dico solo che spero che sai quanto ti voglio bene, e quanto sono fiera che sei il mio amico e quanto sarà difficile accettare la tua assenza.
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Zichan Wang
I’m deeply sorry to hear about Marco’s passing. Though I only had the opportunity to work with him for one summer, the impression he left on me was lasting. Marco was incredibly easy to work with—always knowledgeable, always patient, and always willing to indulge my many questions, no matter how small they seemed.
I remember him spending hours on Zoom explaining the structure of the Urkesh website to me, patiently listening to my thoughts, and answering every question with care. His support not only made our work smoother, but also truly enjoyable. I had been looking forward to working with him and learning from him again this year, and it’s difficult to accept that we won’t have that chance.
May he rest in peace.
Sono profondamente daddolorata per la scomparsa di Marco. Anche se ho avuto l’opportunità di lavorare con lui solo per un’estate, l’impressione che mi ha lasciato durerà per sempre. Marco era incredibilmente disponibile: molto conoscente, sempre paziente e sempre disposto ad assecondare le mie numerose domande, per quanto insignificanti potessero sembrare.
Ricordo che passava ore su Zoom a spiegarmi la struttura del sito web di Urkesh, ascoltando pazientemente i miei pensieri e rispondendo a ogni domanda con attenzione. Il suo supporto non solo ha reso il nostro lavoro più fluido, ma anche piacevole. Non vedevo l’ora di lavorare con lui e imparare di nuovo da lui quest’anno, ed è difficile accettare che non avremo questa possibilità.
Riposa in pace!
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Obituary
It is with tremendous sorrow that we announce the passing of our young colleague, Marco De Pietri, on the morning of Monday, the 12th of May.
After completing his Master’s degree in Classical and Oriental Antiquities (2015) and obtaining a PhD in History (2019) at the University of Pavia with a dissertation on the relations between Egypt and Anatolia in the 2nd and 1st millennium B.C., Marco was a research fellow at the Department of Humanities of our university, where he actively collaborated in research and teaching. He was currently holding the position of an adjunct professor for History of Ancient Western Asia in the Master’s degree course “Ancient Mediterranean World: History, Archaeology and Art”.
As an expert on Near Eastern and Egyptian civilisations, he was highly regarded for his scientific rigour, his multiple research interests and his open and collaborative nature, qualities that contributed to making him a highly appreciated teacher by his students. His enthusiasm for the study of antiquities was contagious, and his kindness and attentiveness to others was a hallmark of his personality.
We have lost a young and yet already appreciated scholar as well as a dear, kind friend, who will be greatly missed.
The funeral will take place on Saturday, May 17th, at 10am in Peschiera Borromeo (MI),Chiesa San Riccardo Pampuri, Via San Francesco d’Assisi.
Professor Mauro Giorgieri, University of Pavia. 13 May 2025.
A list of Marco Di Pietri’s publications is here in the link.
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Celebration of life
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